Sara, Mario, Francesco e Valentina

Sara narra il suo primo giorno in classe e la difficoltà di quell’impatto, consapevole che la carenza maggiore non fosse epistemologica ma esperienziale: nessuna pedagogia ci insegna la relazione con i ragazzi meglio della esperienza diretta.

Mario sottolinea l’importanza del docente di calarsi nella realtà territoriale in cui opera al fine di promuovere l’autoconsapevolezza negli allievi. L’esperienza risulta maggiormente significativa quando la realtà territoriale non aiuta, così come è il contesto sociale in cui opera Mario.

Francesco pone l’accento sull’utilità della comunicazione della propria esperienza professionale a fini didattici. Questo non solo per coprire carenze di mezzi e strutturali della scuola, ma per l’esigenza di mettersi in gioco con tutta la propria persona.

Valentina sfruttando la possibilità offerta da concorsi per idee promossi da enti esterni alla scuola, sviluppa la creatività dei ragazzi raggiungendo anche riconoscimenti ufficiali.

Queste narrazioni sono espressione di un percorso di consapevolezza all’interno del cammino dell’insegnante. Mostrarle significa non solo ripercorrere le specifiche esperienze, ma anche esemplificare limiti e condizioni dell’insegnamento attuale, un cammino di crescita e approfondimento che è spesso un percorso ad ostacoli ma che più giungere, nonostante tutto ad una meta positiva che viene pian piano a costruirsi sulla base dall’esperienza concreta.